martedì 5 marzo 2013

La palla è rotonda





Entrando in Galles provenendo dall'Inghilterra bisogna percorrere un alto e lungo ponte che permette di evitare un lungo percorso attorno ad un golfo che di fatto segna il confine naturale tra l'Inghilterra e il Galles.
Fare il ponte non è certo obbligatorio, si può anche percorrere la vecchia strada ma è molto più lunga e lenta.
Ovviamente questo vantaggio si paga a mezzo di un pedaggi odi 6,20 Pound (poi un giorno qualcuno mi spiegherà perché noi chiamiamo Sterline con la "S" una moneta che i locali chiamano Pound con la "P" e che si indica con la "£" come noi indicavamo la Lira con la "L").

I Gallesi  però fanno notare che il pedaggio si paga solo per entrare in Galles, andarsene dal Galles è invece gratis. Ovviamente loro, che come tutti gli altri partecipanti al Regno Unito vedono gli accentratori Inglesi non di buon occhio, leggono in questo l'intenzione di rendere difficile l'ingresso in Galles da parte delle autorità che ne favorirebbero invece l'uscita.
La chiave di lettura potrebbe anche essere condivisa ma non può essere presa per certa.

Quello che invece è certo è che sull'autostrada, il cartello che indica l'ingresso in Galles recita: "Benvenuti in Galles, la patria del Rugby"
Nelle mie prime trasferte da quelle parti non sentivo parlare che di Rugby. Tutti i miei interlocutori avevano giocato a rugby (almeno da giovani) ed alcuni continuavano a farlo.
L'idolo per tutti era Shane Williams (cercare su Wikipedia per maggiori dettagli) e il suo incredibile record di mete segnate.
La nazione del rugby si manifestava nella sua intimità. I suoi cittadini ne erano l'espressione più esplicita e concreta. 
La squadra locale era seguita anche nelle trasferte internazionali e i tabloid sportivi che mi capitava di intravedere tra le mani dei miei "colleghi" erano sempre e solo aperti alla pagina del rugby.
Certo anche il futball era seguito. Ognuno secondariamente aveva la sua squadra del cuore di calcio. Chi il Liverpool, chi l'Everton, chi il Manchester City ma la maggior parte il Man United.

Poi un paio di anni fa Nigel, ex giocatore e tifoso del Neath, chiaccherando di sport e scambiandoci le  impressioni sulle rispettive squadre (la mia di calcio la sua di rugby) mi disse che nella zona c'era una squadra (di calcio) nella Championship, l'equivalente della nostra serie B, che stava andando abbastanza bene e che attirava un po' di gente allo stadio. Lo Swansea non si comportava male e Nigel, con un po' di rassegnazione, mi confessò che i giovano preferivano andare a vedere lo Swansea piuttosto che il Neath (che tra l'altro non stava nemmeno navigando in ottime acque nel campionato locale).

Il seme del male stava germogliando.

Ebbene a distanza di qualche anno il giovane germoglio è diventato un forte albero: lo Swansea è in Premiership e non se la cava male per nulla.
L'altra sera lo Swansea avrebbe giocato il replay game della FA Cup contro il blasonato Arsenal dopo un a quanto pare pirotecnico 2-2 casalingo la squadra Gallese si sarebbe giocata tutto nella trasferta all'Emirates Stadium contro i Gunners di Arsene Wenger.
Con buona pace del rugby e di Shane Williams nel labortorio non si parlava d'altro.
Tutti in attesa di vedere il match su ESPN (altro boicotagggio individuato nel fatto che l'iglesissima SKY avrebbe trasmesso le partite di Man Unt e Chelsea) e chi aveva il turno  di notte si disperava sapendo di non poter vedere la partita.
Trovare un posto al Liberty Stadium (lo stadio di casa) per una partita di Premiership era impossibile e pagare 400£ per il season ticket di popolari sembra pure economico per la premiership inglese dove gli abbonamenti sono a prezzi altissimi.
La palla non è più ovale in Galles. La palla è diventata rotonda anche lì

E buonanotte al rugby!

P.S.: per la cronaca lo Swansea ha perso 1-0 e fine dell'avventura in FACup ma tutti contenti lo stesso per la bella prova.

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