venerdì 29 giugno 2012

La sfera di cristallo




EDIT: 
questo post mi è rimasto in bozza per diverso tempo. Avevo quasi deciso di non pubblicarlo ma oggi ho fatto una chiaccherata con il titolare di una società nostra fornitrice della zona di Modena è mi è salito di nuovo il nervoso.
Sono sicuro che nelle zone del terremoto dell'Emilia si rialzeranno, e quando lo faranno dovranno solo ringraziare loro stessi per avercela fatta.

E' inutile accanirsi.

Tutti i tentativi che l'uomo ha fatto fino ad oggi di previsione del futuro sono falliti.
Ci abbiamo provato con le ossa di pollo, con le interiora di animali, con i tarocchi, con gli oracoli, con i veggenti e anche con i fondi di caffè.
La sfera di cristallo resta la mia preferita, ma anche con essa i risultati non sono stati confortanti
Niente, nisba, niet... non c'è verso!

Nel XX secolo, applicando i metodi scientifici e statistici, l'uomo ha creto i modelli previsionali i quali, attraverso la raccolta di informazioni storiche o a campione, generano previsioni statisticamente valide...
Che vuol dire che sono giuste con i "se" e con i "ma". E più ci sono "se" e "ma" più è probabile che ci si sbagli...


Lo sa bene chi gioca la schedina... ops... la schedina non è più di moda!
La sa bene chi fa scommesse sportive: secondo tutte le informazioni disponibili ad oggi, tenendo conto dello stato di forma dei giocatori e che da una parte c'è Leo Messi e dall'altra Anderson Babù (c'è veramente: link) le probabilità il il Pergocrema vinca contro il Barcellona sono 1000:1 e se scommetti 1 euro sulla vittoria del Pergocrema ne poi vincere 1000 ma ci vuole quello che nel gergo tecnico/sportivo si chiama "miracolo".
Ma la probabilità non è mai "zero"... c'è, 1 su tanto ma c'è!

Insomma, non c'è molto da fare per il momento. Il massimo che siamo riusciti ad ottenere sono le previsioni del tempo che sappiamo essere affidabili a tratti.

Lo ripeto, inutile accanirsi (con i mezzi a disposizione oggi, in futuro si vedrà)

Ma, seppur esistono fenomeni quanto meno prevedibili con una discreta approssimazione (i temporali, le piogge o le nevicate) ce ne sono altri che non si possono prevedere: tra i quali i terremoti.


Non si possono prevedere, punto!
Si possono individuare zone in cui avvengono più frequentemente e zone dove avvengono meno frequentemente.
Ad esempio in Giappone e in California avvengono più frequentemente che in Italia.


Ma anche in Giappone o in California non possono in nessun modo prevedere QUANDO il terremoto arriverà.


Questo è lo stato di fatto. Così stanno le cose. Bisogna fasene una ragione.

Una società moderna e scientificamente consapevole non si può accettare che in una certa zona, ogni 10/20/50/100 anni si verifichi una catastrofe con morti devastazioni eccetera.
Non si può accettare semplicemente perchè si può fare in modo che i morti non ci siano.
Come?
Come fanno in California o in Giappone dove i terremoti ci sono tutti i giorni (o quasi) e dove di morti non ce n'è mai... 
Dove non si staccano i cornicioni, dove le chiese non si sbriciolano e dove i capannoni non crollano come castelli di carte.


In Giappone e in California (non certo 3o mondo) il costo sociale è stato ben valutato e si è deciso di costruire antisismico.  In Giappone per fare dei danni (tanti danni) è dovuto arrivare il maremoto (tzunami che dir si voglia) ma lo scrollone della terra in se non ha fatto devastazioni o morti.


Partendo dal presupposto che non è possibile (molto difficile) rendere antisismico un edificio costruito diversi secoli fa, la conclusione non può essere che una ed una sola: si deve costruire anisismico a prescindere e soprattutto si devono costruire antisismici i luoghi dove la gente lavora (capannoni compresi), dove la gente studia (asili compresi) e dove la gente abitualmente si aggrega (luoghi pubblici in genere).


Il primo che dice "Si, ma quanto costa..." si becca la prima botta di vaffa
Il secondo la seconda, il terzo la terza e così via...



martedì 26 giugno 2012

L'estinzione dei dinosauri


Stiamo comprando casa. E' un momento importante. Molto importante!
E' talmente importante che è giusto tutelarsi in tutti i modi possibili. A nostra tutela lo stato Italiano ci mette a disposizione uno strumento estremamente efficiente: il Notariato.

Ah... si! Ora che abbiamo scelto un notaio "di fiducia" ci sentiamo parecchio più tranquilli. Soprattutto dopo oggi, quando finalmente abbiamo consegnato l'ultimo fascicolo di documenti al nostro.
Ovviamente non mi illudo possa essere l'ultimo atto: mi aspetto che mi chieda altre carte o che mi dica che quelle fornite finora non vanno bene o vanno bene in parte. 

Quando poi mi si chiede di produrre documenti che NON dovrebbero essere in mio possesso, allora comincio ad innervosirmi. Vada per "l'atto di provenienza" (cioè l'atto con cui l'attuale proprietario è diventato a suo tempo proprietario), passi per i documenti di identità (non miei) ma quando mi si chiede di produrre il testamento del marito della proprietaria il nervosismo aumenta parecchio.
Cosa c'entro io con il testamento di quel pover'uomo morto nel 1991.
Perchè mi si chiede di venire a conoscenza di un fatto che non mi riguarda, un fatto triste e violento che riguarda la morte di una persona che non conoscevo e che riguarda solo il dolore delle persone a lui care che ne hanno sofferto la perdita.
Perchè? 

Se poi si vuole proprio cercare di capire si può provare a leggere uno di quegli atti per i quali i nostri Notai sono profumatamente ricompensati per la redazione. Sono scritti in una lingua ancestrale, arcaica. Non in italiano... qualcosa di davvero fuori dal tempo. Per completezza riporto qua sotto la chiosa dell'atto in mio possesso:
"Richiesto ho ricevuto quest'atto che ho letto ai Signori comparsi, i quali lo hanno approvato.
Scritto in parte a macchina da persona di mia fiducia ed in parte di mia mano occupa cinque facciate e poche righe della sesta di due fogli."

Se alle elementari avessi scritto "di mia mano" avrei preso gravemente insufficiente .

Me lo immagino il momento dell'estinzione dei dinosauri. Se mai un giorno in un barlume di saggezza si deciderà di cancellare l'inutile e ridondante casta dei Notai, mi immagino che loro, tanto impegnati a trovare sempre più arcaiche parole per descrivere anche le più semplici cose, non si accorgeranno nemmeno di diventare fossili. Li ritroveranno dopo millenni pietrificati sui loro scranni con la penna in mano intenti a scrivere l'ultima parola del loro davvero ultimo atto.

venerdì 15 giugno 2012

I sogni di un ex fumatore




Il 2 giugno 2012 è stato il terzo anniversario del mio essere un ex fumatore

Forse però essere stato un fumatore è un po' come essere stato un Alpino: lo si è per tutta la vita.

Seppur al momento non ci sia alcun rischio che io possa iniziare nuovamente a fumare, il mio subconscio ancora non si è dato per vinto e, l'altra notte mi ha fatto fare un sogno strano.

Stavo camminando per strada con altra gente (non ricordo con chi ma non ha alcuna importanza) ed improvvisamente mi accorgo di essere senza sigarette.
Allarme!
Mi stacco da gruppo alla ricera di un tabaccaio che fortunatamente trovo poco distante. Entro e alla classica domanda del negoziante ("Desidera?") il mio subconscio si impappina. Non sa cosa farmi rispondere.
Cioè, la risposta è chiara: desidero sigarette
Ma non è una risposta esauriente per il tabaccaio che vuole alcuni dettagli tecnici in più, tipo di che marca, di quale "colore", lunghe o corte...
Si crea un "impasse" onirico abbastanza comico con il tabaccaio che mi propone marche di sigarette e io che le rifiuto tutte poichè non corrispondono a quelle che abitualmente fumo.
Ma quali fumo "abitualmente" non me lo ricordo proprio.
Sono passati tre anni dall'ultima sigaretta anche per il mio subconscio, anche lui non può ricordarsi tutto!

Alla fine, non so come e perchè, la scelta cade su delle Chesterfield e il povero tabaccaio, estenuato dall'ardua ricerca, si reca alla cassa per riscuotere.
Riscuotere... quanto? 
Nel sogno non so quanto devo pagare.
Diavolo! Se fossi un fumatore dovrei sapere alla perfezione quanto costa un pacchetto delle mie sigarette preferite. 
E invece niente... buio totale!
Cerco di ricordare, scavando nella memoria.
Ma l'unica cosa che riesco a recuperare nei meandri della memoria è che io non ho mai fumato delle Chesterfield e che quindi sarebbe anche normale che io non ne conosca il prezzo, nemmeno quello di tre anni fa!


Al che anche il mio subconscio tabagista cede all'evidenza: sono un ex-fumatore! Quindi il sogno diventa inutile e superfluo e termina.




 

Le Autostrade con l'anima



Mi è successa una cosa buffa.

Premessa

E' il 4 novembre 2011 ed a Genova è colpita da una terribilre ondata di maltempo che provocherà la tragica alluvione con i morti di Via Fereggiano e il fango nei quartieri di Marassi e Staglieno. La città era devastata e letteralmente divisa in due dalla valle Bisagno con il torrente esondato in più punti.

Alla fine di una davvero strana giornata di lavoro mi si presenta il problema pratico di rientrare a casa (a levante) partendo dalla Val Polcevera dove l'omonimo fiume non aveva miracolosamente rotto gli argini.

Dopo una ricerca rapida in rete capisco subito che l'unica via percorribile è l'autostrada poichè i vigili avevano chiuso l'attrversamento alla Foce per il rischio di ulteriori esondazioni del Bisagno.

Dopo pochi km in autostrada mi ritrovo in un ingorgo pazzesco sulla A12 in direzione Levante. Si procede a passo d'uomo. 
Mi sintonizzo su ISO Radio alla ricerca di informazioni dove comunicano che l'uscita di GE Est è chiusa a causa dell'alluvione.
Mi metto l'anima in pace, pensando che dopotutto mancano solo un paio di km all'uscita di Ge Est e dopo sarà tutto scorrevole.


Invece, sorpresa, l'uscita di GE EST è aperta regolarmente e la coda prosegue anche oltre lo svincolo. E quindi a passo d'uomo (o quasi) fino a Ge Nervi.
Dopo diverse decine di minuti arrivo già un po' psicologicamente provato allo svincolo scoprendo l'origine dell'ingorgo: il casello era afflitto da continui black out... quindi ogni tanto andava via la corrente bloccando tutte le operazioni (preziosissime) di riscossione del pedaggio. Dopo pochi minuti la corrente veniva riattivata ma, ovviamente le (preziosissime) operazioni di riscossione del pedaggio non potevano riprendere immediatamente: tutti i sistemi andavano riavviati con il risultato che tra un black out e l'altro riuscivano a passare solo poche (davvero poche) auto. Nel frattempo tutta l'A12 rimaneva bloccata con migliaia di auto incolonnate in entrambe le direzioni.


Immedesimandomi in un responsabile della Società Autostrade nell'ingrato compito di dover prendere una decisione in quel frangente, come mi sarei comportato? Avrei continuato imperterrito a riscuotere il (preziosissimo) pedaggio o avrei aperto i varchi per far defluire il traffico?


Il quesito rimarrà senza risposta perchè non ho idea di come mi sarei comportato. Ma so come si è comportato QUEL(ir)responsabile funzionario cercando di riavviare gli impianti con la conseguenza di bloccare completamente il traffico.


In sintesi: mi sono incazzato come una bestia e appena ho potuto mi sono infilato nel varco del telepass sbattendomene del (preziosissimo) pedaggio.


Conseguenza: pochi giorni fa mi arrivauna lettera con la cortese richiesta di pagare il pedaggio di soli euro 76 (settantasei) poichè, seppur risultava chiaro il casello di uscita (GE Nervi) era impossibile per loro determinare il casello di entrata e quindi volevano corrisposto il pedaggio da Canicattì.


Al che,m invece di farmi prendere dal solito nervosismo e di inviare il fax al numero indicato per le comunicazioni con scritto "Col cazzo che vi pago", ho raccolto tutta la freddezza possibile ed ho stilato la seguente lettera:



Egr. Sig.ri,

con riferimento alla pratica in oggetto riguardante il mancato pagamento del pedaggio, con la presente vorremmo portare alla Vostra attenzione che il giorno in cui è avvenuto il transito (04/11/2011) imperversava sulla zona di Genova una perturbazione che ha provocato eccezionali precipitazioni con conseguente alluvione e allagamenti in tutta la città.
A seguito di tali eventi il Vs. varco di Genova Nervi non era pienamente in funzione a causa di continui black out elettrici.
In tali condizioni è risultato impossibile provvedere al pagamento del pedaggio, obbligando il transito attraverso la porta Telepass (unica rimasta aperta in tali condizioni).
Alla luce di ciò, essendo il casello di entrata quello di Genova Ovest (purtroppo non siamo più in possesso del biglietto di ingresso) e vista l’eccezionalità delle condizioni meteorologiche, Vi chiediamo di voler provvedere ad emettere un nuovo bollettino di pagamento per l’effettivo tratto percorso (GE OVEST – GE NERVI) e non per l’intera tratta.
Restiamo a Vs disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Distinti saluti






Risultato:


dopo pochi giorni mi arriva a casa un nuovo bollettino da pagare di 5,75 euro, cioè il pedaggio GE Ovest - GE Nervi più un po' di spese.


Anche le Autostrade hanno un cuore!