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mercoledì 31 ottobre 2012

Ho inventato lo SMARTFOOD



Ebbene si.
Oggi è stata una giornata creativa.

In realtà è da un po' di tempo che ci penso ma oggi è stato il giorno cruciale: ho inventato lo smart food!
Che cos'è? Facile! Cibo adatto ad essere mangiato mentre si usa uno smartphone.

Solo pezzi piccoli, che richiedo l'uso di una sola posata. Niente coltello ma anche niente dita (e qua ci differenziamo dal fingerfood) altrimenti sai che ditate sui nostri touchscreen...

Così mentre con una mano si mangia, con l'altra si può continuare a "tapparare" sul nostro device senza sosta.

Inoltre il cibo dev'essere disposto nel piatto in manera prevedibile. Cioè non mi devo distrarre dalla consultazione del terminale per vedere cosa devo prendere.
Il modo più semplice per ottenere lo scopo è preparare piatti con un solo cibo, così non ci si può sbagliare, si prende solo quello. Quando si ha finito, si cambia piatto.
Quindi al bando il "piatto unico"!
Via piatti con il contorno!

Inoltre limitare i piatti liquidi, zuppe e minestre. L'uso edl cucchiaio provoca un calo di attenzione dall'attività principale per cercare di mantenere l'equilibrio del liquido. Al limite si può usare una cannuccia!

Ah, che idea meravigliosa!

Questa idea geniale è rilasciata con licenza Cretive Commons. 
Non so esattamente cosa voglia dire ma fa fico...

Adesso mi metto subito al lavoro per la SMARTPIZZA e per il FOODTABLET anche se la vedo dura!

venerdì 28 settembre 2012

L'avvocato dei giardinetti







In un bel pomeriggio di sole di metà Settembre, che cosa può fare un papà che vuol fare felice il suo bimbo di due anni e mezzo?
Può andare a prenderlo al Nido e portarlo a fare un bel giro in Corso Italia con la moto!
No, niente infrazioni al codice della strada poichè la moto in oggetto è un giocattolo della Chicco che scimmiotta le sembianze di una Ducati Monster.
E mentre lui scorrazza liberamente con la sua moto a spinta, io passeggio cercando di evitare il più possibile che finisca in mezzo alla strada, sotto le ruote dei ciclisti da marciapiede o tra le gambe dei "runner" con le cuffiette.
Giunti all'altezza del Lido, sento un certo vociare di bimbi al di là della strada. E lì c'è infatti un piccolo giardinetto con panchine piendo di bimbi. Così penso: " Ma che bello! Che cosa carina che Simone possa giocare con altri bimbi" e così ci dirigiamo al di là della strada con moto Chicco/Ducati al seguito.

Arrivati ai giardinetti, il cui accesso è protetto da un cancelletto chiuso con lo spago, mi accorgo che si respira un atmosfera un po' strana: molte mamme sono agitate ed alcuni bimbi piangono. Ok... è normale che i bambini piangano ma la percentuale in questo caso era parecchio al di sopra della media.
Mentre sto spiegando a Simone che non può andare a tutta velocità con la moto perchè ci sono anche dei bimbi piccoli, arriva di gran passo un mamma infervorata che, rivolgendosì ad un'altra lì vicino, esclama: 
"Non è possibile!! Tutte le volte la stessa cosa! A me non interessa se quel bimbo va all'asilo... non può venire qua e fare quello che vuole!"
Si avvicina una terza mamma che dice: 
"Scusate, ma qual'è la famiglia incriminata?"
E la prima: 
"Sono quelli là.." indicando una madre con un bimbo in lacrime.
"Andiamo a parlargli!"

Il capannello di mamme si scioglie e chiedo ad una ragazza che ha con me osservato la scena con la faccia un po' stupita che cosa fosse successo.

"Quel bimbo - quello della famiglia incriminata - ha spinto un altro bimbo che è caduto"
Io: "Eh vabbè succede..."
"Eh no! - interviene la prima mamma rientrata in gruppo - l'altra volta quel bambino ha dato un morso ad un altro!"
"Capisco... mi spiace
l'altra mamma dice: 
" Sai va all'asilo..." con lo stesso tono con cui direbbe " Sai i suoi genitori sono in carcere e si drogano. Inoltre anche i nonni hanno dei precedenti e le zie sono prostitute. Poi la mamma quando viene qua parcheggia la macchina senza pagare il parcheggio! E di inverno non vanno nemmeno a fare la settimana bianca!"

Dopo poco, mentre per evitare ulteriore panico cercavo di spiegare a Simone che fare i frontali con la moto contro i passeggini non era la migliore cosa da fare quel pomeriggio, arriva a sirene spiegate un ambulanza.
I due militi, completamente bardati nelle loro divise da soccorritori, scendono dal veicolo con la borsa del primo soccorso e si fiondano di corsa nei giardinetti mentre una mamma gli fa individuare il bimbo "ferito" dall'aggressore con ampi gesti. 
Il "ferito", che ne frattempo aveva smesso di piangere, alla vista di quei due tutti bardati di strisce rifrangenti e con i guanti sterili alle mani, scoppia di nuovo in lacrime terrorizzato. 

Probabilmente la telefonata la 118 dei genitori avrebbe dovuto essere un po' più adeguata alla realtà dei fatti perchè risultava evidente che i due poveri soccorritori non  sapessero cosa fare poichè il bimbo non aveva assolutamente nessuna ferita.

Mentre io e Simone assistiamo alla scena un po' stupiti, la ragazza di prima, il cui figlio nel frattempo stava provando la moto di Simone, esclama: 
"Hanno chiamato anche i vigili!
Seguendo il suo sguardo vedo camminare sul marciapiede due ausiliari del traffico e quindi cerco di tranqullizzare la ragazza: 
"Guarda che sono quelli che controllano se hai pagato il parcheggio..." e lei modifica l'espressione da stupita a delusa. Forse si aspettava i Vigili della scientifica, i CSI di Pamattone tempestivamente intervenuti per recuperare le tracce organiche prima che qualche componente della famiglia incirminata avesse potuto abilmente cancellarle.
 In quel momento arriva un'attempata signora tutta ingioiellata che indicando la moto di Simone grida: 
"E quella dove l'avete presa?!".
La ragazza intimoratia dall'aggressività della vecchia, mi indica allargando le bracia come dire "io non c'entro!". Al che la signora mi squadra e ripete:
 "Dove l'avete presa?
Io rispondo: 
"L'abbiamo comprata - per sottolineare che non era materiale proveniente da attività illecite - La vendono nei negozi della Chicco...
Al che la vecchia lancia un acuto rivolgendosi ad un bambinetto ai sui piedi: 
"Ahhhh.... Allora la nonna te la compra subito Francesco! Subitosubitosubito!!"
"Beh, signora, se Francesco la vuole provare, vuole farci un giro..."
"No! No, grazie... poi la compriamo! Eh, nonna te la compra subitosubitosubito" guardando Francesco che ricambia con lo sguardo un po' intontito - probabilemtne gli acuti della nonna gli hanno trapanato i timpani.

Al che convinco Simone ad andarcene.
La ragazza mi chiede: "Andate già via?"
Ed io "Già, non abbiamo pagato il parcheggio..." (cosa peraltro vera)

Il giorno successivo ho incontrato un mio amico avvocato.
Gli ho consigliato di portare i figli a giocare in quei giardini.
sembrano essere un ottimo posto per procacciarsi clienti. 


lunedì 24 settembre 2012

La fabbrica delle nuvole

Lavoro con Sergei da ormai diversi anni. É  un Russo di Kemerovo (Siberia) che he la mia stessa età; Ha due figli, un maschio e una femmina ed il suo lavoro gli consente un tenore di vita al di sopra della media dei suoi concittadini. Ama le auto ed é un appassionato di Formula 1.

É una persona con cui lavoro bene e con la quale é piacevole chiaccherare nelle pause di lavoro, durante le cene o i trasferimenti
in automobile.
Durante la mia ultima trasferta in Siberia mi ha raccontato un simpatico aneddoto. Tempo prima durante un viaggio in auto é passato con la famiglia vicino ad una cokeria proprio mentre si stava svolgendo la fase di spegnimento del coke (quenching) cioé quando il coke appena estratto dai forni ad altissima temperatura viene bruscamente raffreddato sotto un getto d'acqua.

Questo provoca il sollevarsi di dense colonne di vapore che hanno tutte le sembianze delle nuvole.
Insomma, passando li vicino Sergei si rivolgersi al figlio dicendo: "Laggiù é  la fabbrica dove papà va a lavorare ogni tanto" e il figlio chiede "Che cosa si fabbrica lì dentro?" "Non lo vedi? Quella é la fabbrica delle nuvole!".

Qualche giorno fa sono passato in macchina in Corso Europa dove c'é  il cantiere per l'adeguamento del guard rail (così dicono qua: http://www.comune.genova.it/articoli/corso-europa-lavori-stradali-migliorare-la-sicurezza ) con mio figlio Simone. Lui vedendo le ruspe mi chiede: "che cos'é quella? " e io rispondo: "É la fabbrica del traffico"


giovedì 5 luglio 2012

Coincidenze in coincidenza



Mi è successa una cosa strana.
Ma strana davvero. Si può tranquillamente definire una coincidenza, ma è davvero una coincidenza di quelle toste.
In un certo momento mi sono sentito un po' come un personaggio della serie "Lost"... vebbè dai, non esageriamo! Ma comunque non è male come coincidenza.

Ve la racconto.
Domenica 01 luglio sono partito per una breve trasferta di lavoro in Turchia. Già, proprio il giorno della finale degli Europei dove ne abbiamo preso 4  dalla Spagna - inciso: in queste situazioni mi viene sempre in mente la scena del film "l'allenatore nel pallone" quando i gemelli rivolgono ad Oronzo Canà una serie di sberle dicendo: "Lei ci ha fatto prendere 4 pappine... sia gentile..." e giù schiaffi. fine inciso.

 
Arrivato in aeroporto la notizia è che l'aereo è in ritardo di un'ora e mezza. Questo farebbe sicuramente saltare la mia coincidenza a Istanbul per Adana. Dopo una interminabile coda al check in e dopo essermi sincerato sul sito dell'aeroporto di Istanbul che l'aereo fosse effettivamente partito per venire a Genova, la signorina mi avverte che il volo per Adana, visto il ritardo, mi è stato cambiato d'ufficio con quello successivo.
Avverto i miei amici turchi del nuovo orario di arrivo e mi metto l'anima in pace. Durante il volo mi colpisce la sigla dell'aereo: TC-JPN.
Il perché mi colpisce è un'altra storia di coincidenze, perché la figlia della persona che devo incontrare ad Adana è andata a vivere in Giappone e la sigla JPN ricorda molto Japan...
Comunque, mi colpisce è mi resta impressa. Resta impressa anche nel telefono perché faccio una bella foto all'ala (vedi foto ad inizio post)
Arrivato a Istanbul, dopo la consueta interminabile coda al controllo passaporti, mi incammino con calma al terminal dei voli domestici.
Tanto ho quasi 2 ore da aspettare e non c'è il caso di correre.
Appena arrivato cerco il mio volo e: sorpresa! Lo danno già in ritardo di 45 minuti! Mentre sono sconsolato davanti al monitor delle partenze scopro che quello che avrebbe dovuto essere il mio volo, quello che avevo prenotato, è ancora a terra in (ovviamente) ritardo. 


Corro al gate e la ragazza non fa storie alla mia richiesta e mi imbarca subito. Telefonata a Ismail per avvertirlo dell'ulteriore cambio di programma e via.
Bello contento di essermi evitato una ulteriore attesa in aeroporto (e con il senno di poi di aver evitato di vedere la partita) mi godo un po' di relax durante la procedura di rullaggio.
Il capitano si scusa prima in turco è poi in inglese per il ritardo dovuto al ritardo dei voli precedenti e proprio in quel momento mi accorgo che l'aereo su cui sono si sta muovendo da una piazzola molto vicina a quella in cui ero arrivato con l'aereo da Genova... no aspetta... sembra proprio la stessa...
Il sospetto si concretizza quando, guardando l'ala leggo la sigla dell'aereo: TC-JPN ! Lo stesso stramaledetto aereo... lui, senza dubbio lo stesso!
Ovviamente le considerazioni possibili sono parecchie e diverse ma, estremizzando tutti i ragionamenti, mi viene da dire: ma non potevano semplicemente lasciarmi sopra quel diavolo di aereo? Lo so che la risposta è no, non si può. Lo so che c'è la procedura, i controlli doganali eccetera... Lo so.
Ma a volte un po' di flessibilità nella procedura potrebbe aiutare a vivere meglio.


P.S.: Al ritorno tutto normale: niente ritardi e aerei diversi anche se la sigla del velivolo del IST-GOA era simile TC-JPH

venerdì 29 giugno 2012

La sfera di cristallo




EDIT: 
questo post mi è rimasto in bozza per diverso tempo. Avevo quasi deciso di non pubblicarlo ma oggi ho fatto una chiaccherata con il titolare di una società nostra fornitrice della zona di Modena è mi è salito di nuovo il nervoso.
Sono sicuro che nelle zone del terremoto dell'Emilia si rialzeranno, e quando lo faranno dovranno solo ringraziare loro stessi per avercela fatta.

E' inutile accanirsi.

Tutti i tentativi che l'uomo ha fatto fino ad oggi di previsione del futuro sono falliti.
Ci abbiamo provato con le ossa di pollo, con le interiora di animali, con i tarocchi, con gli oracoli, con i veggenti e anche con i fondi di caffè.
La sfera di cristallo resta la mia preferita, ma anche con essa i risultati non sono stati confortanti
Niente, nisba, niet... non c'è verso!

Nel XX secolo, applicando i metodi scientifici e statistici, l'uomo ha creto i modelli previsionali i quali, attraverso la raccolta di informazioni storiche o a campione, generano previsioni statisticamente valide...
Che vuol dire che sono giuste con i "se" e con i "ma". E più ci sono "se" e "ma" più è probabile che ci si sbagli...


Lo sa bene chi gioca la schedina... ops... la schedina non è più di moda!
La sa bene chi fa scommesse sportive: secondo tutte le informazioni disponibili ad oggi, tenendo conto dello stato di forma dei giocatori e che da una parte c'è Leo Messi e dall'altra Anderson Babù (c'è veramente: link) le probabilità il il Pergocrema vinca contro il Barcellona sono 1000:1 e se scommetti 1 euro sulla vittoria del Pergocrema ne poi vincere 1000 ma ci vuole quello che nel gergo tecnico/sportivo si chiama "miracolo".
Ma la probabilità non è mai "zero"... c'è, 1 su tanto ma c'è!

Insomma, non c'è molto da fare per il momento. Il massimo che siamo riusciti ad ottenere sono le previsioni del tempo che sappiamo essere affidabili a tratti.

Lo ripeto, inutile accanirsi (con i mezzi a disposizione oggi, in futuro si vedrà)

Ma, seppur esistono fenomeni quanto meno prevedibili con una discreta approssimazione (i temporali, le piogge o le nevicate) ce ne sono altri che non si possono prevedere: tra i quali i terremoti.


Non si possono prevedere, punto!
Si possono individuare zone in cui avvengono più frequentemente e zone dove avvengono meno frequentemente.
Ad esempio in Giappone e in California avvengono più frequentemente che in Italia.


Ma anche in Giappone o in California non possono in nessun modo prevedere QUANDO il terremoto arriverà.


Questo è lo stato di fatto. Così stanno le cose. Bisogna fasene una ragione.

Una società moderna e scientificamente consapevole non si può accettare che in una certa zona, ogni 10/20/50/100 anni si verifichi una catastrofe con morti devastazioni eccetera.
Non si può accettare semplicemente perchè si può fare in modo che i morti non ci siano.
Come?
Come fanno in California o in Giappone dove i terremoti ci sono tutti i giorni (o quasi) e dove di morti non ce n'è mai... 
Dove non si staccano i cornicioni, dove le chiese non si sbriciolano e dove i capannoni non crollano come castelli di carte.


In Giappone e in California (non certo 3o mondo) il costo sociale è stato ben valutato e si è deciso di costruire antisismico.  In Giappone per fare dei danni (tanti danni) è dovuto arrivare il maremoto (tzunami che dir si voglia) ma lo scrollone della terra in se non ha fatto devastazioni o morti.


Partendo dal presupposto che non è possibile (molto difficile) rendere antisismico un edificio costruito diversi secoli fa, la conclusione non può essere che una ed una sola: si deve costruire anisismico a prescindere e soprattutto si devono costruire antisismici i luoghi dove la gente lavora (capannoni compresi), dove la gente studia (asili compresi) e dove la gente abitualmente si aggrega (luoghi pubblici in genere).


Il primo che dice "Si, ma quanto costa..." si becca la prima botta di vaffa
Il secondo la seconda, il terzo la terza e così via...



martedì 26 giugno 2012

L'estinzione dei dinosauri


Stiamo comprando casa. E' un momento importante. Molto importante!
E' talmente importante che è giusto tutelarsi in tutti i modi possibili. A nostra tutela lo stato Italiano ci mette a disposizione uno strumento estremamente efficiente: il Notariato.

Ah... si! Ora che abbiamo scelto un notaio "di fiducia" ci sentiamo parecchio più tranquilli. Soprattutto dopo oggi, quando finalmente abbiamo consegnato l'ultimo fascicolo di documenti al nostro.
Ovviamente non mi illudo possa essere l'ultimo atto: mi aspetto che mi chieda altre carte o che mi dica che quelle fornite finora non vanno bene o vanno bene in parte. 

Quando poi mi si chiede di produrre documenti che NON dovrebbero essere in mio possesso, allora comincio ad innervosirmi. Vada per "l'atto di provenienza" (cioè l'atto con cui l'attuale proprietario è diventato a suo tempo proprietario), passi per i documenti di identità (non miei) ma quando mi si chiede di produrre il testamento del marito della proprietaria il nervosismo aumenta parecchio.
Cosa c'entro io con il testamento di quel pover'uomo morto nel 1991.
Perchè mi si chiede di venire a conoscenza di un fatto che non mi riguarda, un fatto triste e violento che riguarda la morte di una persona che non conoscevo e che riguarda solo il dolore delle persone a lui care che ne hanno sofferto la perdita.
Perchè? 

Se poi si vuole proprio cercare di capire si può provare a leggere uno di quegli atti per i quali i nostri Notai sono profumatamente ricompensati per la redazione. Sono scritti in una lingua ancestrale, arcaica. Non in italiano... qualcosa di davvero fuori dal tempo. Per completezza riporto qua sotto la chiosa dell'atto in mio possesso:
"Richiesto ho ricevuto quest'atto che ho letto ai Signori comparsi, i quali lo hanno approvato.
Scritto in parte a macchina da persona di mia fiducia ed in parte di mia mano occupa cinque facciate e poche righe della sesta di due fogli."

Se alle elementari avessi scritto "di mia mano" avrei preso gravemente insufficiente .

Me lo immagino il momento dell'estinzione dei dinosauri. Se mai un giorno in un barlume di saggezza si deciderà di cancellare l'inutile e ridondante casta dei Notai, mi immagino che loro, tanto impegnati a trovare sempre più arcaiche parole per descrivere anche le più semplici cose, non si accorgeranno nemmeno di diventare fossili. Li ritroveranno dopo millenni pietrificati sui loro scranni con la penna in mano intenti a scrivere l'ultima parola del loro davvero ultimo atto.

venerdì 15 giugno 2012

I sogni di un ex fumatore




Il 2 giugno 2012 è stato il terzo anniversario del mio essere un ex fumatore

Forse però essere stato un fumatore è un po' come essere stato un Alpino: lo si è per tutta la vita.

Seppur al momento non ci sia alcun rischio che io possa iniziare nuovamente a fumare, il mio subconscio ancora non si è dato per vinto e, l'altra notte mi ha fatto fare un sogno strano.

Stavo camminando per strada con altra gente (non ricordo con chi ma non ha alcuna importanza) ed improvvisamente mi accorgo di essere senza sigarette.
Allarme!
Mi stacco da gruppo alla ricera di un tabaccaio che fortunatamente trovo poco distante. Entro e alla classica domanda del negoziante ("Desidera?") il mio subconscio si impappina. Non sa cosa farmi rispondere.
Cioè, la risposta è chiara: desidero sigarette
Ma non è una risposta esauriente per il tabaccaio che vuole alcuni dettagli tecnici in più, tipo di che marca, di quale "colore", lunghe o corte...
Si crea un "impasse" onirico abbastanza comico con il tabaccaio che mi propone marche di sigarette e io che le rifiuto tutte poichè non corrispondono a quelle che abitualmente fumo.
Ma quali fumo "abitualmente" non me lo ricordo proprio.
Sono passati tre anni dall'ultima sigaretta anche per il mio subconscio, anche lui non può ricordarsi tutto!

Alla fine, non so come e perchè, la scelta cade su delle Chesterfield e il povero tabaccaio, estenuato dall'ardua ricerca, si reca alla cassa per riscuotere.
Riscuotere... quanto? 
Nel sogno non so quanto devo pagare.
Diavolo! Se fossi un fumatore dovrei sapere alla perfezione quanto costa un pacchetto delle mie sigarette preferite. 
E invece niente... buio totale!
Cerco di ricordare, scavando nella memoria.
Ma l'unica cosa che riesco a recuperare nei meandri della memoria è che io non ho mai fumato delle Chesterfield e che quindi sarebbe anche normale che io non ne conosca il prezzo, nemmeno quello di tre anni fa!


Al che anche il mio subconscio tabagista cede all'evidenza: sono un ex-fumatore! Quindi il sogno diventa inutile e superfluo e termina.




 

Le Autostrade con l'anima



Mi è successa una cosa buffa.

Premessa

E' il 4 novembre 2011 ed a Genova è colpita da una terribilre ondata di maltempo che provocherà la tragica alluvione con i morti di Via Fereggiano e il fango nei quartieri di Marassi e Staglieno. La città era devastata e letteralmente divisa in due dalla valle Bisagno con il torrente esondato in più punti.

Alla fine di una davvero strana giornata di lavoro mi si presenta il problema pratico di rientrare a casa (a levante) partendo dalla Val Polcevera dove l'omonimo fiume non aveva miracolosamente rotto gli argini.

Dopo una ricerca rapida in rete capisco subito che l'unica via percorribile è l'autostrada poichè i vigili avevano chiuso l'attrversamento alla Foce per il rischio di ulteriori esondazioni del Bisagno.

Dopo pochi km in autostrada mi ritrovo in un ingorgo pazzesco sulla A12 in direzione Levante. Si procede a passo d'uomo. 
Mi sintonizzo su ISO Radio alla ricerca di informazioni dove comunicano che l'uscita di GE Est è chiusa a causa dell'alluvione.
Mi metto l'anima in pace, pensando che dopotutto mancano solo un paio di km all'uscita di Ge Est e dopo sarà tutto scorrevole.


Invece, sorpresa, l'uscita di GE EST è aperta regolarmente e la coda prosegue anche oltre lo svincolo. E quindi a passo d'uomo (o quasi) fino a Ge Nervi.
Dopo diverse decine di minuti arrivo già un po' psicologicamente provato allo svincolo scoprendo l'origine dell'ingorgo: il casello era afflitto da continui black out... quindi ogni tanto andava via la corrente bloccando tutte le operazioni (preziosissime) di riscossione del pedaggio. Dopo pochi minuti la corrente veniva riattivata ma, ovviamente le (preziosissime) operazioni di riscossione del pedaggio non potevano riprendere immediatamente: tutti i sistemi andavano riavviati con il risultato che tra un black out e l'altro riuscivano a passare solo poche (davvero poche) auto. Nel frattempo tutta l'A12 rimaneva bloccata con migliaia di auto incolonnate in entrambe le direzioni.


Immedesimandomi in un responsabile della Società Autostrade nell'ingrato compito di dover prendere una decisione in quel frangente, come mi sarei comportato? Avrei continuato imperterrito a riscuotere il (preziosissimo) pedaggio o avrei aperto i varchi per far defluire il traffico?


Il quesito rimarrà senza risposta perchè non ho idea di come mi sarei comportato. Ma so come si è comportato QUEL(ir)responsabile funzionario cercando di riavviare gli impianti con la conseguenza di bloccare completamente il traffico.


In sintesi: mi sono incazzato come una bestia e appena ho potuto mi sono infilato nel varco del telepass sbattendomene del (preziosissimo) pedaggio.


Conseguenza: pochi giorni fa mi arrivauna lettera con la cortese richiesta di pagare il pedaggio di soli euro 76 (settantasei) poichè, seppur risultava chiaro il casello di uscita (GE Nervi) era impossibile per loro determinare il casello di entrata e quindi volevano corrisposto il pedaggio da Canicattì.


Al che,m invece di farmi prendere dal solito nervosismo e di inviare il fax al numero indicato per le comunicazioni con scritto "Col cazzo che vi pago", ho raccolto tutta la freddezza possibile ed ho stilato la seguente lettera:



Egr. Sig.ri,

con riferimento alla pratica in oggetto riguardante il mancato pagamento del pedaggio, con la presente vorremmo portare alla Vostra attenzione che il giorno in cui è avvenuto il transito (04/11/2011) imperversava sulla zona di Genova una perturbazione che ha provocato eccezionali precipitazioni con conseguente alluvione e allagamenti in tutta la città.
A seguito di tali eventi il Vs. varco di Genova Nervi non era pienamente in funzione a causa di continui black out elettrici.
In tali condizioni è risultato impossibile provvedere al pagamento del pedaggio, obbligando il transito attraverso la porta Telepass (unica rimasta aperta in tali condizioni).
Alla luce di ciò, essendo il casello di entrata quello di Genova Ovest (purtroppo non siamo più in possesso del biglietto di ingresso) e vista l’eccezionalità delle condizioni meteorologiche, Vi chiediamo di voler provvedere ad emettere un nuovo bollettino di pagamento per l’effettivo tratto percorso (GE OVEST – GE NERVI) e non per l’intera tratta.
Restiamo a Vs disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Distinti saluti






Risultato:


dopo pochi giorni mi arriva a casa un nuovo bollettino da pagare di 5,75 euro, cioè il pedaggio GE Ovest - GE Nervi più un po' di spese.


Anche le Autostrade hanno un cuore!

lunedì 26 marzo 2012

Fuori sync,,,


Sincronizzati... dobbiamo essere sincronizzati!

Tutto si muove a tempo, in sincrono.
Anche il mio Smatphone di ultima (o penultima...) generazione permette di sincronizzare tutti  i contenuti. Le foto possono essere caricate sul web appena scattate e condivise con gli amici e i parenti. I documenti possono essere sincronizazti mentre si editano e resi disponibili ai "collaboratori"...

Tutto sincronizzato, tutto in tempo reale.

Ora, questa tecnologia è presente da relativamente poco tempo, ma è ormai disponibile ovunque ci sia un PC, un tablet, un MAC, iPhone, Smartphone... tutto può essere sincronizzato basta volerlo fare ed avere un "device" (termine che in italiano si traduce genericamente con "aggeggio") adatto.

Certo, nel terzo millennio è tutto semplice, le tecnologie digitali sono a disposizione di tutti e non serve essere dei geni dell'informatica... a volte non serve nemmeno scaricare un App!

Esistono però situazioni in cui nonostante il progresso tecnologico la sincronia (o sincronismo?!) risulta complessa, difficile, macchinosa.

Vi è mai capitato di vedere vicino agli incroci regolati da semaforo degli specie di armadietti grigi, anonimi, che vengono abitualmente usati per attaccare annunci di case in vendita o volantini di discoteche.
Ecco, se ve lo foste mai chiesto, quei contenitori racchiudono l'impianto per la gestione dei semafori dell'incrocio.
Non chiedetemi altro! Ho sempre ignorato cosa ci sia realmente all'interno!
Per quel che ne so ci potrebbero esserci dei nanetti che pigiano su dei pulsanti... me li immagino un po' come gli Oompa Loompa della Fabbrica di Cioccolato che muovono leve in contatto telepatico tra loro e che escono dall'armadietto per darsi il cambio solo quando sono sicuri, ma proprio sicuri, che all'incrocio non ci sia nessuno che possa vederli!
Certo,forse è più probabile che all'interno ci sia qualche PLC o "device" similare con moduli di IO anologico / digitali  e timer per la gestione dell'impianto.

Comunque sia, o gli Oompa Loompa infondo a C.so Sardegna (incrocio Via Tolemaide) sono morti, oppure il sistema di timer è andato in palla poichè il semaforo fa un casino dell'anima...
Non è più sincronizzato, e le auto in arrivo da C.so Sardegna si fermano in attesa al semaforo di C.so Torino bloccando il traffico in arrivo da Via Tolemaide.
Il risultato è una coda pazzesca al mattino che batte di gran lunga quella causata qualche tempo fa dal benzinaio (ormai ex) "low cost".

No, il sincronismo (o sincronia) non è una cosa semplice... nemmeno nel terzo millennio!

venerdì 2 marzo 2012

La cerchia delle stelle fisse

Viviamo su piani paralleli.

Ogni giorno ci scontriamo con la realtà dei fatti, con la quotidianità delle cose, con gli impegni, gli obblighi nei confronti degli altri e, piu raramente, di noi stessi.
La nostra realtà si fonda sulle nostre cose, i nostri affetti. Le nostre prospettive sono lo scopo della nostra giornata. Se il termine "routine" non avesse ormai definitivamente preso una accezione negativa, sarebbe il termine perfetto per definire il nostro percorso quotidiano.

Poi esiste il mondo parallelo. Un mondo fatto di fatti e persone che non ci riguardano ma che sembrano essere lì da sempre.
Variabili e immutabili nel tempo e nello spazio come non fossero mai nati ma sempre esistiti. Lì... Fermi... Immutabili...

Una vera e propria sfera delle stelle fisse.

Uno spazio dove nemmeno il tempo sembra fare correttamente il suo dovere.

Ogni tanto però in quella dimensione qualcosa si rompe.
Ogni tanto qualcosa si blocca lassù e siamo costretti a prendere atto che l'universo delle stelle fisse non è poi così immutabile come ci era sempre sembrato.

Lucio Dalla è morto.
Qualcosa è cambiato nella sfera delle stelle fisse.

martedì 21 febbraio 2012

I furbetti del Telefonino

La fame di oggetti tecnologici è una brutta bestia. Se poi ti prende proprio mentre hai in tasca un paio di fogli da 100 euro da spendere può portare a conseguenze tragiche.

Qualche tempo fa ho deciso che era l'ora di aggiornare il mio terminale mobile. Decisione presa, non si torna indietro.  

"Finalmente! Basta windows mobile. Basta errori di memoria non disponibile, files di registro da configurare. Ho deciso! Passo ad Android! Ma non voglio un entry level da 100 euri... no! Voglio qualcosa di più, qualcosa che mi faccia apprezzare le potenzialità de sistema operativo Google al massimo, con connettività mobile e tutti quegli ammennicoli che fanno tanto figo... Cavolo ma un oggetto del genere costa un sacco! Come si può fare?? Idea! Lo compro USATO!"

Eh già, usato! Di seconda mano... magari un telefono già non più in commercio (o quasi) ma che qualche tempo fa era considerato un modello TOP. 
E così, dopo varie ricerche la scelta è caduta sul Samsung Galaxy S.

Bene, tutto facile fin'ora, ma dove lo compro? Ma ovvio... su eBay!
"Basta inserire nel campo di ricerca del sito eBay "Galaxy S" e sapersi districare dra le migliaia di annunci che vengono fuori... banale!"
Comincio a seguire un po' di aste per veder come vanno, faccio qualche timida offerta che viene sempre scavalcata, fino a che individuo un paio di aste che potrebbero essere appetibili e partecipo. La prima la perdo all'ultimo secondo per 0,5 euri e la seconda, miracolo, la vinco alla cifra che speravo!
"Evviva!! Sono il vincitore! Facile no?! ora basta pagare con PayPal ed il venditore, che vorrà avere a tutti i costi il mio feedback positivo al più presto mi invierà l'oggetto ASAP!"

E qua cominciano i casini... prima il venditore dice che non vuole i soldi con Paypal ma con bonifico, al mio rifiuto con proposta di farmi una spedizione in contrassegno, questo rilancia volendo il 50% in anticipo... la faccenda comincia a puzzare. Dopo qualche botta e risposta ricevo la seguente comunicazione da eBay:



Gentile Utente
ti informiamo che le inserzioni sotto indicate, per cui avevi fatto delle offerte, sono state rimosse da eBay.
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Per motivi legati alla tutela della privacy, non possiamo fornire ulteriori dettagli sulla rimozione dell'inserzione.

Le transazioni che si concludono al di fuori di eBay espongono gli utenti al rischio di frodi e non sono coperte dal Programma di protezione acquirenti di PayPal, per cui ti invitiamo a non completare l'acquisto. Per ulteriori informazioni ti consigliamo di visitare la pagina:

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Non avendo pagato nulla, la cosa non mi preoccupa, ma fa salire la soglia di attenzione nei confronti delle possibili truffe. Ma non demordo... 

"Cambiamo tattica! Niente eBay, con pericolo di spedizione del pacco con mattone, basta pagamenti anticipati per finte aste truffa... basta! Solo annunci locali con scambio a mano a Genova. Così vedo, provo e pago...!"

Inizio a cercare sui vari siti di annunci e ne trovo alcuni su Genova che offrono il cellulare a vari prezzi. e dinuovo inzia la danza.
Prima trovo uno che mi dice che il telefono ce l'ha, ma non ce l'ha ancora, ce lo avrà tra qualche giorno, ma se mi interessa può cercare di averlo prima, in che condizioni è? Non lo so non l'ho ancora visto... (furto su commissione?!)
Poi un altro che lo vuole vendere ma non ha ancora la garanzia per la quale sta aspettando un FAX da Mondadori (?!) per l'attivazione poi mi farà sapere
Poi c'è una strana concentrazione di annunci nella provincia di Imperia (a Sanremo), tutti annunci senza numero di telefono, solo con indirizzo mail, dal quale però nessuno risponde.
Alla fine c'è pure quello che mette l'annuncio come se fosse a Genova ma in realtà è in Spagna e mi spedirebbe il telefono, con pagamento tramite Escrow ed altri mille complicazioni impossibili...

Insomma: tutte potenziali truffe!

Certo che se ci sono così tanti ami, vuol dire che il mare è pieno di pesci!

Vabbè per stavolta lascio perdere... magari mi compro un HTC


 



giovedì 9 febbraio 2012

Eppur si muove



Non certo questa la stagione per parlare di insolazioni o colpi di caldo.
Può essere però che anche il freddo intenso di questi giorni possa contribuire ad allucinazioni e visioni.
Qualunque sia stata la ragione, stamattina è toccato a me!
Già, forse è solo l'inizio del declino. Oppure è uno svarione temporaneo dovuto ai forti stress termici da gelo a cui sottopongo le meningi in questi giorni.
Sia come sia, la visione è stata chiara, ma talmente chiara che sembrava vera: la ruspa si stava muovendo!

Il termine corretto credo sia "escavatore" ma ci capiamo lo stesso.
Ebbene sì... nel cantiere di via Tea Benedetti la ruspa (escavatore) che abitualmente stava immobile a testimonianza dell'inevitabile imperturbabilità delle cose, stava muovendo la sua pala dentata alla ricerca di terra fresca da spostare.
Non posso descrivere il mio stupore, la mia sorpresa! Non ho potuto fare a meno di pensare che gli occhi mi stavano giocando un brutto scherzo.
Ma dopo poco ho capito... tutto si è esplicitato a me e ho perfettamente compreso la ragione di quei spasmodici movimenti della pala dentata, delle sue evoluzioni. Ho capito la ragione per la quale le pompe avevano cominciato a pompare olio nei pistoni idraulici dando inizio all'operoso balletto del braccio meccanico: il POLTERGEIST!
Uno spirito si era impossessato del mezzo meccanico dandogli così vita, movimento, aria, respiro...
Che meraviglia! 
No, non chiamate esorcisti, niente Dylan Dog o Martin Mystère. Non cercate di scacciare il demone. 
Perchè la mia speranza è che lo spirito sia l'anima di un vecchio carpentiere o manovale dell'aldilà che sappia cosa fare e porti avanti un po' il lavoro a beneficio dei suoi colleghi dell'aldiqua (che nella fattispecie sono i veri fantasmi)

Ovviamente l'ipotesi che fosse un essere umano a manovrare la macchina non mi ha nemmeno sfiorato la mente. Anche perchè tale evento troppo ha poche probabilità di verificarsi, più o meno quante quelle che ci sono nel far 6 al Superenalotto compilando la schedina del Totocalcio.

martedì 7 febbraio 2012

L'attitudine dei Genovesi



Tempo fa ho avuto occasione di parlare con un architetto che in passato aveva partecipato ad alcuni incontri operativi presso il Comune di Genova con il famoso urbanista tedesco Bernhard Winkler (quello che nei primi anni 2000 ridisegnò il traffico nel centro Genova - aggiungendone un po'...). Durante un di questi incontri il noto Urbanista commentava informalmente il l'atteggiamento nel traffico dei Genovesi definendoli "bravi, perchè stanno in coda per ore senza lamentarsi..."

La definizione è oltremodo condisvisibile...

Qua a Campi (Cornigliano) c'è l'infinito cantiere che da ormai parecchi mesi interessa il tratto finale di Via Tea Benedetti creando un restringimento ad una corsia. Per condire il tutto i tempi del semaforo sono stati clamorosamente ridotti a svantaggio di chi vuole (vorrebbe) immettersi sul Ponte di Cornigliano. Le code sono infinite! Ovviamente nel cantiere non c'è nessuno che lavora (specie nei giorni di gran freddo come questi...) quindi i tempi di ultimazione dell'opera risultano ignoti.
C'è chi dice che si possa trovare tracciadella data nel calendario Maya... ma si sa, i Maya per il 2012 non sembrano aver avuto le idee chiare.

Le clamorose code che si verificano dovrebbero istigare alla rivolta popolare. Gli automobilisti dovrebbero scendere dai loro veicoli e smantellare le recinzioni che delimitano il cantiere riappropriandosi della corsia soppressa (che attualmente è ridotta ad un terrapieno). Probabilemnte la polizia interverrebbe in pieno assetto antisommossa per ristabilire il diritto dell'impresa appaltatrice di parcheggiare le ruspe nell'aera e lasciarle lì spente a tempo indeterminato.
A questo punto tutti gli automobilisti salirebbero sui tetti delle proprie vetture sgombrate respingendo come provetti giocatori di baseball i candelotti lacrimogeni a colpi di cric.
Insomma, la Val Susa inVal Bisagno!

E invece niente.

Da bravi automobilisti ammaestrati si sta in coda attendendo quel barlume di luce verde che in dieci secondi dieci fa passare tre auto ed avanzare la coda di 7 metri. Civilmente. senza un colpo di calcson. Senza isterismi. Come disse il noto urbanista: da "bravi".