venerdì 28 settembre 2012

L'avvocato dei giardinetti







In un bel pomeriggio di sole di metà Settembre, che cosa può fare un papà che vuol fare felice il suo bimbo di due anni e mezzo?
Può andare a prenderlo al Nido e portarlo a fare un bel giro in Corso Italia con la moto!
No, niente infrazioni al codice della strada poichè la moto in oggetto è un giocattolo della Chicco che scimmiotta le sembianze di una Ducati Monster.
E mentre lui scorrazza liberamente con la sua moto a spinta, io passeggio cercando di evitare il più possibile che finisca in mezzo alla strada, sotto le ruote dei ciclisti da marciapiede o tra le gambe dei "runner" con le cuffiette.
Giunti all'altezza del Lido, sento un certo vociare di bimbi al di là della strada. E lì c'è infatti un piccolo giardinetto con panchine piendo di bimbi. Così penso: " Ma che bello! Che cosa carina che Simone possa giocare con altri bimbi" e così ci dirigiamo al di là della strada con moto Chicco/Ducati al seguito.

Arrivati ai giardinetti, il cui accesso è protetto da un cancelletto chiuso con lo spago, mi accorgo che si respira un atmosfera un po' strana: molte mamme sono agitate ed alcuni bimbi piangono. Ok... è normale che i bambini piangano ma la percentuale in questo caso era parecchio al di sopra della media.
Mentre sto spiegando a Simone che non può andare a tutta velocità con la moto perchè ci sono anche dei bimbi piccoli, arriva di gran passo un mamma infervorata che, rivolgendosì ad un'altra lì vicino, esclama: 
"Non è possibile!! Tutte le volte la stessa cosa! A me non interessa se quel bimbo va all'asilo... non può venire qua e fare quello che vuole!"
Si avvicina una terza mamma che dice: 
"Scusate, ma qual'è la famiglia incriminata?"
E la prima: 
"Sono quelli là.." indicando una madre con un bimbo in lacrime.
"Andiamo a parlargli!"

Il capannello di mamme si scioglie e chiedo ad una ragazza che ha con me osservato la scena con la faccia un po' stupita che cosa fosse successo.

"Quel bimbo - quello della famiglia incriminata - ha spinto un altro bimbo che è caduto"
Io: "Eh vabbè succede..."
"Eh no! - interviene la prima mamma rientrata in gruppo - l'altra volta quel bambino ha dato un morso ad un altro!"
"Capisco... mi spiace
l'altra mamma dice: 
" Sai va all'asilo..." con lo stesso tono con cui direbbe " Sai i suoi genitori sono in carcere e si drogano. Inoltre anche i nonni hanno dei precedenti e le zie sono prostitute. Poi la mamma quando viene qua parcheggia la macchina senza pagare il parcheggio! E di inverno non vanno nemmeno a fare la settimana bianca!"

Dopo poco, mentre per evitare ulteriore panico cercavo di spiegare a Simone che fare i frontali con la moto contro i passeggini non era la migliore cosa da fare quel pomeriggio, arriva a sirene spiegate un ambulanza.
I due militi, completamente bardati nelle loro divise da soccorritori, scendono dal veicolo con la borsa del primo soccorso e si fiondano di corsa nei giardinetti mentre una mamma gli fa individuare il bimbo "ferito" dall'aggressore con ampi gesti. 
Il "ferito", che ne frattempo aveva smesso di piangere, alla vista di quei due tutti bardati di strisce rifrangenti e con i guanti sterili alle mani, scoppia di nuovo in lacrime terrorizzato. 

Probabilmente la telefonata la 118 dei genitori avrebbe dovuto essere un po' più adeguata alla realtà dei fatti perchè risultava evidente che i due poveri soccorritori non  sapessero cosa fare poichè il bimbo non aveva assolutamente nessuna ferita.

Mentre io e Simone assistiamo alla scena un po' stupiti, la ragazza di prima, il cui figlio nel frattempo stava provando la moto di Simone, esclama: 
"Hanno chiamato anche i vigili!
Seguendo il suo sguardo vedo camminare sul marciapiede due ausiliari del traffico e quindi cerco di tranqullizzare la ragazza: 
"Guarda che sono quelli che controllano se hai pagato il parcheggio..." e lei modifica l'espressione da stupita a delusa. Forse si aspettava i Vigili della scientifica, i CSI di Pamattone tempestivamente intervenuti per recuperare le tracce organiche prima che qualche componente della famiglia incirminata avesse potuto abilmente cancellarle.
 In quel momento arriva un'attempata signora tutta ingioiellata che indicando la moto di Simone grida: 
"E quella dove l'avete presa?!".
La ragazza intimoratia dall'aggressività della vecchia, mi indica allargando le bracia come dire "io non c'entro!". Al che la signora mi squadra e ripete:
 "Dove l'avete presa?
Io rispondo: 
"L'abbiamo comprata - per sottolineare che non era materiale proveniente da attività illecite - La vendono nei negozi della Chicco...
Al che la vecchia lancia un acuto rivolgendosi ad un bambinetto ai sui piedi: 
"Ahhhh.... Allora la nonna te la compra subito Francesco! Subitosubitosubito!!"
"Beh, signora, se Francesco la vuole provare, vuole farci un giro..."
"No! No, grazie... poi la compriamo! Eh, nonna te la compra subitosubitosubito" guardando Francesco che ricambia con lo sguardo un po' intontito - probabilemtne gli acuti della nonna gli hanno trapanato i timpani.

Al che convinco Simone ad andarcene.
La ragazza mi chiede: "Andate già via?"
Ed io "Già, non abbiamo pagato il parcheggio..." (cosa peraltro vera)

Il giorno successivo ho incontrato un mio amico avvocato.
Gli ho consigliato di portare i figli a giocare in quei giardini.
sembrano essere un ottimo posto per procacciarsi clienti. 


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