Durante la mia recente trasferta in Galles ho avuto modo (e tempo) per fare due riflessioni che mi sembra il caso di condividere. Non lo sembrasse al lettore nulla gli impedisce di evitare di leggere. :-)
Una delle prime lezioni che ho imparato dal libro "Come un romanzo" è che il lettore ha un diritto fondamentale ed inalienabile: quello di non leggere!
Ed è proprio per quello stesso motivo che, nonappena ne ho appreso il significato,ho abbandonato il libro di Pennac rifiutanfdo di leggerlo: era semplicemente noiso ed io, da lettore coscente di me, avevo acquisito la consapevolezza di avere il diritto di non leggerlo.
Bene, premessa terminata.
La prima riflessione la racconterò qua, l'altra in un successivo post. Anche perchè trattano argomenti molto diversi, antitetici e non sarebbe proprio il caso di mischiarli perchè, pur facendo profondamente parte della vita di ognuno di noi, la nostra etica non ci permette di accomunarli se non in momenti estremamente tragici che seppur violentemente evidenti, non riusciamo del tutto a comprendere ed accettare.
Il primo argomento riguarda infatti la morte, il secondo il calcio.
Nell'hotel che abitualmente frequento quando sono qui in Galles ci sono diverse sale dedicate a vari scopi (congressi, eventi, conventions etc...) non molto grandi a dire il vero ma abbastanza capienti da contennere diverse decine di persone.
Ogni tanto rientrendo dal lavoro mi è capitato di trovare l'affissione che indicava che al primo piano si stava svolgendo la mensile riunione dei WeightWatchers (l'equivalente degli alconisti anonimi, ma l'argomento di base è il cibo) oppure le prove del coro amatoriale, oppure ancora la riunione dei Lions oppure che il Club degli Scacchi era in sessione plenaria annuale.
Bene, stasera rientrando ho trovato lo stessso cartello che indicava agli interessati che nella hall al primo piano era in corso il funerale di John Davies, nome di fantasia ma plausibile poichè un terzo dei Gallesi fa Davies di cognome - con la "e" da non confondersi con il volgare "Davis" più diffuso nella confinante terra dei tre leoni.
Bene, un funerale come proprio non siamo abituati a concepirlo. Un funerale organizzato in un Hotel come si organizzerebbe la riunione dei Weight Watchers o del Coro o dei Lions o del Club degli scacchi.
Forse ha qualccosa a che vedere con il concetto celtico di morte, concetto che per'altro ingoro integralemte.
La macraba curiosità mi ha costretto a buttare un occhiata alla sala gremita di gente in abito scuro che ossequisamente e con estrema compostezza stava riemprendo i propri piattini con le cibarie varie provenienti da un abbondante buffet.
In quel preciso momnto dopo qualche secondo mi sono immaginato la stessa idenntica scena con un paio cambiamenti: sarebbe bastato far indossare vestiti un po' più colorati ai partecipanti e far alzare un po' il volume della musica che il tutto sarebbe tranquillamente potuto apparire come un matrimonio.
Ben lungi da me evidenziare eventuali analogie tra le due diverse celebrazioni. Poichè in tal caso il detto famoso "Il matrimonio è la tomba dell'amore" acquisterebbe un senso un po' più sinistro.
Pur essendo la visione anomala per i nostri canoni, in un certo senso sono stato in grado di accettarla immediatamente.
Complice forse anche la filmografia americana che ci ha abituato a vedere i ricevimenti funebri in cui gli ospiti sono accolti a casa del defunto con cibo abbondante e bevande varie.
Del resto chi non si è mai immaginto il proprio funerale, chi non ha mai pensato, potendo, di imporre che l'evento tragico e luttuoso della propria morte potesse in qualche modo, trasformarsi in qualcosa di ludico e divertente. Celebrativo, certo, ma non per forza triste.
"Se io muoio vorrei che i miei amici organizzassero una festa per 40 giorni e 40 notti" (bibblica citazione voluta) ho talvolta pensato. Ma avrei dovuto morire giovane, diversi anni fa, quando i miei amici avrebbero avuto il tempo di organizzare una cosa del genere,
E avrebbero anche avuto il tempo di viverla ed il fisico per reggerla.
Ora non sarebbe più possibile, chi il lavoro, chi i figli, chi la moglie, chi la partita (trait d'union necessario).
Nel tornare in camera dopo aver sbirciato (sempre con estremo rispetto) nella sala dei ricevimenti ho pensato che anche i commenti dei partecipanti sarebbero dovuti essere a tono con la situazione (da leggere con accento gallese, se siete capaci ad immaginarvelo):
"Sono stato al funerale di John"
"Ah, e com'è andata?"
"Bha, il cibo non era un gran chè e il gruppo musicale se n'è andato via prima della fine"
"Mmmm... meglio il funerale di Terry, vero?"
"Verissimo! Ma a dirla tutta per ora nessuno ha ancora eguagliato il funerale di Mark: le tartine al salmone erano supreme e la birra non è finita come al solito a metà pomeriggio..."
"E già... dal funerale di Mark bisogna prendere esempio! Io, al mio funerale vorrei le stesse tartine al salmone (ma compratele adesso che al tuo funerale non le puoi mangiare! n.d.a.) ma farei mettere anche almeno due fusti di birra scura."
"Bravo ottima idea...! Spero di esserci!"
"Non ti posso garantire che ci sarai, magari invece sarò io al tuo e allora vedremo se sarai al livello Mark!"
Chi vivrà vedrà e assaggierà!
Una delle prime lezioni che ho imparato dal libro "Come un romanzo" è che il lettore ha un diritto fondamentale ed inalienabile: quello di non leggere!
Ed è proprio per quello stesso motivo che, nonappena ne ho appreso il significato,ho abbandonato il libro di Pennac rifiutanfdo di leggerlo: era semplicemente noiso ed io, da lettore coscente di me, avevo acquisito la consapevolezza di avere il diritto di non leggerlo.
Bene, premessa terminata.
La prima riflessione la racconterò qua, l'altra in un successivo post. Anche perchè trattano argomenti molto diversi, antitetici e non sarebbe proprio il caso di mischiarli perchè, pur facendo profondamente parte della vita di ognuno di noi, la nostra etica non ci permette di accomunarli se non in momenti estremamente tragici che seppur violentemente evidenti, non riusciamo del tutto a comprendere ed accettare.
Il primo argomento riguarda infatti la morte, il secondo il calcio.
Nell'hotel che abitualmente frequento quando sono qui in Galles ci sono diverse sale dedicate a vari scopi (congressi, eventi, conventions etc...) non molto grandi a dire il vero ma abbastanza capienti da contennere diverse decine di persone.
Ogni tanto rientrendo dal lavoro mi è capitato di trovare l'affissione che indicava che al primo piano si stava svolgendo la mensile riunione dei WeightWatchers (l'equivalente degli alconisti anonimi, ma l'argomento di base è il cibo) oppure le prove del coro amatoriale, oppure ancora la riunione dei Lions oppure che il Club degli Scacchi era in sessione plenaria annuale.
Bene, stasera rientrando ho trovato lo stessso cartello che indicava agli interessati che nella hall al primo piano era in corso il funerale di John Davies, nome di fantasia ma plausibile poichè un terzo dei Gallesi fa Davies di cognome - con la "e" da non confondersi con il volgare "Davis" più diffuso nella confinante terra dei tre leoni.
Bene, un funerale come proprio non siamo abituati a concepirlo. Un funerale organizzato in un Hotel come si organizzerebbe la riunione dei Weight Watchers o del Coro o dei Lions o del Club degli scacchi.
Forse ha qualccosa a che vedere con il concetto celtico di morte, concetto che per'altro ingoro integralemte.
La macraba curiosità mi ha costretto a buttare un occhiata alla sala gremita di gente in abito scuro che ossequisamente e con estrema compostezza stava riemprendo i propri piattini con le cibarie varie provenienti da un abbondante buffet.
In quel preciso momnto dopo qualche secondo mi sono immaginato la stessa idenntica scena con un paio cambiamenti: sarebbe bastato far indossare vestiti un po' più colorati ai partecipanti e far alzare un po' il volume della musica che il tutto sarebbe tranquillamente potuto apparire come un matrimonio.
Ben lungi da me evidenziare eventuali analogie tra le due diverse celebrazioni. Poichè in tal caso il detto famoso "Il matrimonio è la tomba dell'amore" acquisterebbe un senso un po' più sinistro.
Pur essendo la visione anomala per i nostri canoni, in un certo senso sono stato in grado di accettarla immediatamente.
Complice forse anche la filmografia americana che ci ha abituato a vedere i ricevimenti funebri in cui gli ospiti sono accolti a casa del defunto con cibo abbondante e bevande varie.
Del resto chi non si è mai immaginto il proprio funerale, chi non ha mai pensato, potendo, di imporre che l'evento tragico e luttuoso della propria morte potesse in qualche modo, trasformarsi in qualcosa di ludico e divertente. Celebrativo, certo, ma non per forza triste.
"Se io muoio vorrei che i miei amici organizzassero una festa per 40 giorni e 40 notti" (bibblica citazione voluta) ho talvolta pensato. Ma avrei dovuto morire giovane, diversi anni fa, quando i miei amici avrebbero avuto il tempo di organizzare una cosa del genere,
E avrebbero anche avuto il tempo di viverla ed il fisico per reggerla.
Ora non sarebbe più possibile, chi il lavoro, chi i figli, chi la moglie, chi la partita (trait d'union necessario).
Nel tornare in camera dopo aver sbirciato (sempre con estremo rispetto) nella sala dei ricevimenti ho pensato che anche i commenti dei partecipanti sarebbero dovuti essere a tono con la situazione (da leggere con accento gallese, se siete capaci ad immaginarvelo):
"Sono stato al funerale di John"
"Ah, e com'è andata?"
"Bha, il cibo non era un gran chè e il gruppo musicale se n'è andato via prima della fine"
"Mmmm... meglio il funerale di Terry, vero?"
"Verissimo! Ma a dirla tutta per ora nessuno ha ancora eguagliato il funerale di Mark: le tartine al salmone erano supreme e la birra non è finita come al solito a metà pomeriggio..."
"E già... dal funerale di Mark bisogna prendere esempio! Io, al mio funerale vorrei le stesse tartine al salmone (ma compratele adesso che al tuo funerale non le puoi mangiare! n.d.a.) ma farei mettere anche almeno due fusti di birra scura."
"Bravo ottima idea...! Spero di esserci!"
"Non ti posso garantire che ci sarai, magari invece sarò io al tuo e allora vedremo se sarai al livello Mark!"
Chi vivrà vedrà e assaggierà!